giovedì 2 marzo 2023

...È TEMPO DI MORIRE

Niente a che vedere con una visione distopica. Né con un tentativo maldestro di riscrivere una storia già di per sé foriera di un laicume convenzionale.
Viviamo tempi in cui lo stormire delle voci non ci ricorda per nulla il vociare delle vecchie cantine o lo sfaccendare di volontari da sacrestia. No, no. Qui si gioca a rincorrere un palpabile vuoto, scandito dai battiti di un TikTok che non ha nulla a che vedere con il segno dei tempi ma con il tempo del morire...
L'uguaglianza è una sicurezza e l'omologazione l'espressione di una volgarità dilagante. 
Immersi in una cacofonia linguistica, articolata in Boomers, Gen x, Millenials e di Centennials, si fatica a distogliere lo sguardo da questa gora fetida e virale.
Non si educa a denudarsi di una vita servile né a disfarsi di un incubo che giustifichi il russare.
Solo illusione e faciloneria, quanto è sufficiente per vivere in un'aurea mediocrità.
Solo un'ebetudine stuporosa che ci aiuti a sopportare la noia della pace.
Si dovrebbero gettare quindi i propri figli, per non esporli alla vergogna? O piuttosto andrebbero sollecitati al tragico? Ma convincersi della morte di ciò che si ama non giustifica un'impotenza a combattere buffoni e parolai?
Si può essere ignoranti e pazienza, ma essere ignoranti e pure political correct è il massimo del ridicolo.
Né lamento né disperazione, solo nostalgia di un futuro muto, fatto di silenzi poetici.
Necessita una fase eroica per riscattarci da questo mondo disinfettato.
È bello il tempo del risveglio, purché non ci si desti prima del tempo.

Fabio Gemo



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