lunedì 27 marzo 2023

FORMALDEIDE E VECCHI MERLETTI

Una nuova figura serpeggia in Occidente. Un lungo telo nero sta per abbattersi su tutte le produzioni culturali. 

Nel silenzio, e in posizione prona, di molti intellettuali, editori e stampa, quotidianamente assistiamo all'Annunciazione dell'arrivo di questa nuova figura discesa dai Cieli per salvare (o slavare) le nuove generazioni ormai troppo sensibili a idee ed esperienze non allineate al politically correct: i Sensitivity Readers. Ne sentivamo davvero il bisogno. Perché dopo decenni di educazione edulcorata, di nuove generazioni cresciute all'interno di teche pregne di naftalina, onde evitare la presenza di tarme cerebrali che potrebbero compromettere l'estrema sensibilità, ci troviamo inevitabilmente nella necessità di non ledere queste ormai fragili capacità critiche. 

Tutti assieme dobbiamo collaborare alla creazione di una società allineata, colorata a posteriori come dei vecchi film in bianco e nero, dove chi decide la tavolozza sono quelle poche figure capaci di leggere per intero un testo di Roald Dahl o di Agatha Christie. A noi poveri mortali ci verrà consegnato un meraviglioso prodotto, dove tutti si alzeranno il cappello quando incontrano l'altro e dove l'agnello siederà a fianco del leone. 

Padre nostro che sei nei cieli...ma dovevamo aspettare così tanti secoli per fare esperienza di una simile epifania? Ma dove siamo vissuti fino ad oggi! Inizio ad avere un sorriso stampato dalla gioia, più simile a una paresi da ebetudine che a una spontanea reazione emotiva. 

Siamo ansiosi di sapere cosa verrà oscurato nei prossimi mesi di autori quali: Joyce, Nietzsche, Dante, Eliot...Una buona opportunità per gli editori, pronti a ristampare tutte le letterature del mondo. Magari nell'occasione semplificate pure i versi troppo ambigui, togliete frasi del tipo "Nel mezzo del cammin di nostra vita" e sostituitele con "A metà del nostro percorso di vita"...molto, molto meglio!

Una cosa è certa. Ci attendono paradisi perduti ...e ritrovati: una società rispettosa e priva di ineguaglianze, una società dove l'offerta formativa odora di formaldeide...con l'entusiasmo di chi scopre che il proprio tavolo da gioco culturale altro non è se non un becero e asfittico tavolo del disgusto. Ora che hanno scoperto la letteratura nessuno li può più fermare. Scopriranno a breve il Teatro, la Musica, l'Arte...e allora sarà troppo tardi: siamo circondati.

P.S. Preoccupati per l'arrivo dell'Intelligenza Artificiale? Forse uno spiraglio di salvezza, visto che quella Naturale è già stata messa in soffitta!

Fabio Gemo




giovedì 2 marzo 2023

...È TEMPO DI MORIRE

Niente a che vedere con una visione distopica. Né con un tentativo maldestro di riscrivere una storia già di per sé foriera di un laicume convenzionale.
Viviamo tempi in cui lo stormire delle voci non ci ricorda per nulla il vociare delle vecchie cantine o lo sfaccendare di volontari da sacrestia. No, no. Qui si gioca a rincorrere un palpabile vuoto, scandito dai battiti di un TikTok che non ha nulla a che vedere con il segno dei tempi ma con il tempo del morire...
L'uguaglianza è una sicurezza e l'omologazione l'espressione di una volgarità dilagante. 
Immersi in una cacofonia linguistica, articolata in Boomers, Gen x, Millenials e di Centennials, si fatica a distogliere lo sguardo da questa gora fetida e virale.
Non si educa a denudarsi di una vita servile né a disfarsi di un incubo che giustifichi il russare.
Solo illusione e faciloneria, quanto è sufficiente per vivere in un'aurea mediocrità.
Solo un'ebetudine stuporosa che ci aiuti a sopportare la noia della pace.
Si dovrebbero gettare quindi i propri figli, per non esporli alla vergogna? O piuttosto andrebbero sollecitati al tragico? Ma convincersi della morte di ciò che si ama non giustifica un'impotenza a combattere buffoni e parolai?
Si può essere ignoranti e pazienza, ma essere ignoranti e pure political correct è il massimo del ridicolo.
Né lamento né disperazione, solo nostalgia di un futuro muto, fatto di silenzi poetici.
Necessita una fase eroica per riscattarci da questo mondo disinfettato.
È bello il tempo del risveglio, purché non ci si desti prima del tempo.

Fabio Gemo